In linea di massima, come diventare giornalisti nel settore dei videogiochi non è un quesito che prevede una risposta diversa da quella che si darebbe a un più generico “come diventare giornalisti”.
Essere giornalisti videoludici non significa essere meno giornalisti di chi si occupa di sport o di cronaca nera.
Discorso a parte per coloro che si occupano di gossip, quelli sono da emarginare…
Scherzo… forse.
Il giornalismo nel mondo dei videogiochi prevede le medesime linee guida generali che si seguirebbero parlando di politica o di un attentato, con le dovute proporzioni.
In quest’articolo vedremo sia gli aspetti legati al “mestiere” (come lavorare), sia quelli burocratici (come ottenere il tesserino, etc).

Giacca e cravatta sono solo orpelli che illudono la nostra percezione della realtà… bella questa, vero? Mah.
Innanzitutto, per fare questo lavoro, bisogna abituarsi a controllare bene le fonti, ed è necessario saper scrivere in italiano… cosa che io, modestamente, saccio fare.
È necessario avere spirito critico, saper riconoscere una potenziale notizia da un argomento di scarsa importanza mediatica.
Queste sono, però, nozioni sul giornalismo noiose per me e per voi che leggete.
Io sono qui per spiegare come si diventa giornalisti nel settore dei videogiochi, senza tanti fronzoli e perdite di tempo.
Ebbene, se volete parlare di videogiochi mettendovi giacca e cravatta e facendo la faccia da professionisti (faccia brutta brutta), vi do un consiglio spassionato: desistete e fate altro.
Non lo dico per scoraggiarvi, ma il giornalismo videoludico è davvero becero.
Chi crede che con l’avvento del web sia tutto più semplice ha sbagliato i propri calcoli.
Il mercato è saturo: i siti più famosi le grandi penne già ce le hanno e i siti più piccoli vi possono dare una relativa visibilità, ma dimenticatevi di guadagnare abbastanza da poterci campare dignitosamente.
Oggi, il giornalismo videoludico è un hobby, non un lavoro.
Le soddisfazioni non mancheranno, ma saranno meno delle volte in cui perderete le staffe con voi stessi prendendovi così a schiaffi da soli per aver deciso di imbarcarvi in un’avventura del genere.
Bando alle ciance e vediamo di schematizzare un po’ questo articolo su come diventare giornalisti nel settore dei videogiochi.
Come diventare Giornalisti nel settore Videogiochi
Dovete avere una buona cultura di base sui videogiochi
Non è necessario conoscere a menadito tutte le generazioni di console della storia e i videogiochi che le hanno rappresentate.
D’altronde, se uno ha 16 anni che cosa può farci?
È una colpa non aver giocato a Pong? Che facciamo, gli spariamo e bruciamo il suo cadavere?

Bisogna conoscere i classici. È il minimo.
Senza dubbio, è d’uopo informarsi su tutto ciò che concerne il mondo dei videogame e sull’industria in generale.
È necessario essere dei gamer, non incalliti, ma che almeno provino il piacere di immergersi in mondi straordinari e pieni di sorprese.
Conosco tanti colleghi che pensano che i videogiochi odierni facciano tutti schifo: Kingdom Come Deliverance è noioso e piatto, Life is Strange non è un videogioco, Far Cry 5 è sempre la stessa solfa.
Bene, allora non fate i giornalisti videoludici se è tutto merda.
Un minimo di positività sul medium che si sta trattando.
Comunque, stavamo parlando di cultura.
Sì, è importante avere un bagaglio culturale metaforicamente spazioso.
Fare collegamenti tra saghe dello stesso genere, approfondire un tema a prima vista con pochi sbocchi attingendo a esperienze di gioco personali, scrivere anche una semplice news su un videogioco dopo averlo provato dal vivo, sono tutti fattori che possono agevolarvi.
Cercate informazioni in rete, chiedete a chi ha giocato un titolo che voi non avete, recuperate – senza indebitarvi – i titoli che ritenete fondamentali per la vostra crescita personale.
Cominciate a scrivere per voi stessi

I blogger sono brutte persone, ma per cominciare potete anche mimetizzarvi tra di loro.
Apritevi un blog.
Sembra il consiglio più banale del mondo ed è proprio così.
All’inizio, soprattutto se siete ancora studenti con pochi soldi da investire, apritevi un blog.
Lo fanno tutti. Cani e porci.
Food blogger, fashion blogger, porn blogger. C’è di tutto in rete. Se ci siete anche voi, non farete danno a nessuno.
Con i blog è difficile guadagnare, anzi, è davvero impensabile farlo se non siete Chiara Ferragni o Emily Schuman, se vogliamo dare un tocco internazionale al pezzo.
Non importa, scrivete per voi stessi, impratichitevi.
Condividete i vostri pensieri sui videogiochi del momento.
Utilizzate molto i social sia per “spammare” i vostri articoli, sia come prolungamento del vostro blog.
Iscrivetevi anche a gruppi dedicati, nonostante la community dei videogiocatori sia altamente cancerogena, così potrete scoprire cosa piace agli altri.
E l’istruzione da seguire?
Assolutamente secondaria.
Potete essere diplomati all’alberghiero, avere il diploma di un istituto tecnico, essere laureati in Ingegneria o in Fisica teorica.
Se vi piacciono i videogiochi, sapete scrivere in italiano e conoscete un minimo di inglese il problema non si pone.
Per fare il giornalista è necessaria la laurea in Scienze della comunicazione. Ma chi l’ha detta questa stronzata?
Io, ad esempio, sono laureato in Lettere moderne. Quindi? Che faccio? Vado a raccogliere i funghi? Quasi quasi.
Ci sono fior fior di giornalisti che la laurea neanche ce l’hanno, dunque, non ponetevi neppure la questione.
Prendete contatti alle fiere

Alle fiere potete fare anche questi incontri, quindi, andateci. – Pop Junk Movies
Recatevi alle fiere della vostra città o in quelle dei paesi limitrofi.
Se avete la fortuna di poter andare senza spendere una fortuna al Lucca Comics, al Comicon di Napoli, al VideoGameShow, alla GamesWeek o al Romics, andateci!
Divertitevi, in primo luogo, ma cercate anche di prendere contatti.
Chi ha un blog può benissimo fare richiesta di accredito stampa, cosa che gli permette di non pagare il biglietto d’entrata, e già è un traguardo.
Si può inoltre fare presenza nelle Sale stampa e, se si è un po’ maliziosi e “facce di cazzo”, anche nelle aree VIP.
Qui dovete rompere le palle a chicchessia. Dal fumettista sconosciuto all’addetto stampa trucido che vi guarda in cagnesco.
Abbiate spirito di iniziativa. Dite chi siete, di cosa scrivete e dove. Lasciate e fatevi lasciare biglietti da visita e contatti e-mail.
Passate al livello successivo
Quando avrete preso maggior dimestichezza e sarete sicuri di voler continuare in questa vostra folle impresa, passate al livello successivo.
Dovete entrare a far parte di una redazione.
Mandate i vostri curricula. Se non sapete cosa scriverci, perché non avete molte esperienze lavorative, parlate espressamente della vostra passione per i videogiochi, d’altronde dovete scrivere di quello, no?
Inviate in allegato i vostri articoli, i migliori, quelli di cui andate maggiormente fieri.
Inviate il curriculum a qualsiasi redazione vi passi per la mente. Anche a quelle più grandi e famose.
Le chance si riducono se inviate la vostra candidatura (soprattutto se non c’è alcun bando) a realtà come Multiplayer, Everyeye o Gamespot (non escludete i siti stranieri), ma cliccare su invia nel pannello della vostra casella e-mail non costa nulla e non è particolarmente faticoso.
Oltre a inviare la candidatura, cercate sui social i responsabili dei siti per cui vorreste scrivere.
Rompete le palle pure a loro.
Un contatto diretto, in particolar modo con i siti più piccoli, è da preferire per non rischiare di invecchiare in attesa di una risposta.
Prima o poi qualcuno risponderà, ma non vi pagherà.
Scrivete gratis all’inizio, fate gavetta

All’inizio, dovrete fare sacrifici – Debating Europe.
Ora vi aspettereste un consiglio di questo tipo: “Non svendete il vostro lavoro!”.
No, non posso darvelo.
I siti meno conosciuti non hanno budget e quel poco che hanno non lo danno ai collaboratori o ai nuovi newser.
Ingoiate un po’ di rospi e scrivete lo stesso, anche senza retribuzione.
Voi avete scelto questa strada e vi prendere tutto, anche il letame in faccia.
Io ho scritto gratis per anni e ancora adesso guadagno una miseria.
Dovete fare un po’ di gavetta per rendervi conto anche di come sia diverso scrivere per se stessi su un blog e farlo per una redazione, grande o piccola che sia.
Altre tempistiche, altra mole di lavoro, altre incazzature.
Assicuratevi che siano testate registrate
Scrivere gratis va bene, ma non bisogna essere fessi.
Volete diventare giornalisti nel settore dei videogiochi? Dovete prendere un regolare tesserino, come tutti gli altri giornalisti.
Come ho detto nell’introduzione dell’articolo, il giornalismo videoludico non è meno serio di quello che tratta altri argomenti.
Un giornalista deve essere iscritto all’albo per essere ritenuto tale legalmente.
Che poi ci siano giornalisti col tesserino assolutamente incapaci e imbelli nel fare il proprio mestiere, è un altro paio di maniche.
Per prendere il tesserino da pubblicista – esatto, ho detto pubblicista, non giornalista, poi vedremo perché – è fondamentale che le testate per cui scrivete siano regolarmente registrate presso il tribunale di competenza.
Appurato ciò, non dovrete fare altro che scrivere per almeno due anni – tanto dura il praticantato – senza che tra un articolo e l’altro passino più di trenta giorni.
Insomma, la collaborazione deve essere continuativa.
Se vogliamo dirla tutta, per poter avviare le pratiche per il tesserino da pubblicista, sarebbe obbligatorio provare una retribuzione.
Su questo punto, lasciamo stare. Siamo in Italia, in un modo o nell’altro le prove di una retribuzione escono fuori.
Pubblicista o giornalista?
Qual è la differenza?
[La prima differenza da prendere in considerazione è di tipo contrattuale e consiste nel fatto che, per legge, i giornalisti non dovrebbero svolgere nessun’altra professione (pena la radiazione dall’albo), mentre i pubblicisti hanno la possibilità di avere diversi impieghi in più campi. Proprio per questo a livello contrattuale i giornalisti professionisti sono, o almeno dovrebbero, essere più tutelati.]

La tipica espressione di chi è passato da pubblicista a giornalista.
Questa definizione non è mia, l’ho presa da qui: https://www.studenti.it/differenza-giornalista-pubblicista-giornalista-professionista.html
Visto? L’importanza delle fonti non è da sottovalutare. E vanno SEMPRE citate!
Una volta diventati pubblicisti (non vi elenco tutti i documenti che dovrete mettere insieme per evadere la pratica, ma se cliccate qui trovate tutte le dritte), dovrete fare una scelta.
Passare al lato oscuro e diventare giornalisti professionisti o fregarvene altamente le balle rimanendo così?
Fate come volete, ma se scegliete di diventare giornalisti professionisti nel settore dei videogiochi non crediate di aver svoltato.
Non verrete pagati bene da pubblicisti e non verrete pagati bene da giornalisti.
Comunque, ecco cosa dovreste fare.
FONTE: https://www.guidaconsumatore.com/professioni/diventare_giornalista.html
Per diventare giornalista professionista bisogna avere un’età non inferiore ai 21 anni, essere già dei pubblicisti ed essere iscritti nel registro dei praticanti, aver svolto in maniera continuativa la pratica giornalistica per almeno due anni, e aver superato la prova di idoneità prestabilita. Questa consiste in una prova scritta e orale di tecnica e pratica del giornalismo.
L’esame si sostiene a Roma, e si prevedono almeno due sessioni all’anno. La prova scritta consiste:
- svolgimento di una prova che prevede la sintesi di un articolo, oppure di un altro testo giornalistico, che viene scelto dal candidato tra quelli proposti dalla commissione
- svolgimento della prova scritta riguardante l’attualità e la cultura politica, economica e sociale inerente l’esercizio della professione di giornalismo. La prova avviene con questionari articolati in varie domande alle quali il candidato deve rispondere per iscritto
- redazione di un articolo che verta su degli argomenti di attualità che vengono scelti dal candidato selezionandoli tra quelli (saranno in numero non inferiore a 6) proposti dalla commissione esaminatrice e che spaziano su temi quali: interni, esteri, sport, cultura, spettacolo, economia, cronaca.
La prova orale, infine, prevede un colloquio con il quale vengono accertate le conoscenze del candidato sui principi etici della professione, delle norme giuridiche attinenti al giornalismo. Conclude un’esercitazione di pratica giornalistica.
Per quanto concerne i criteri di valutazione della commissione riguardo agli elaborati scritti, si terrà conto dei seguenti criteri:
- 1) forma
- 2) chiarezza espositiva
- 3) struttura e proporzione tra le parti
- 4) contenuto
- 5) stile
Contenti? Lo sarete un po’ meno quando farete tutta la trafila.
Ah, se volete rimanere pubblicisti, avrete comunque degli obblighi.
Dopo due anni dall’iscrizione all’albo corrispondente, sarete tenuti a seguire TUTTI GLI ANNI i corsi per la Formazione Continua e ottenere 60 crediti ogni triennio.
È stata l’Unione Europea a stabilirlo, quindi, fate le considerazioni del caso.
Armatevi di pazienza
Ragazzi miei belli, questo è.
Se volete diventare giornalisti nel settore dei videogiochi questo dovete fare, non si scappa.
Consigli particolari non ve ne posso dare. Ogni esperienza è diversa.
Armatevi di pazienza e non uccidete nessuno se vi fanno incazzare, non vale la pena.
Anzi, no, un consiglio ve lo voglio dare.
Non consentite al giornalismo videoludico di distruggere la vostra passione.
Potrà sembrarvi paradossale, ma scrivere di videogiochi potrebbe farveli odiare.
Non lasciate che la rabbia e la delusione vi faccia pensare di appendere il joypad al chiodo.
Quando iniziate un nuovo gioco, ricordatevi di essere gamer, appassionati di videogame, e solo dopo di essere anche giornalisti del settore.
Altri articoli che potrebbero interessarti:
La Guida completa per creare la Migliore Postazione da Gaming
Finire i giochi al 100% – La mentalità del videogiocatore perfezionista
Come assemblare un PC da Gaming – La scelta delle giuste componenti