May 29, 2023
Un gatto sorpreso videogioca su un albero - cose assurde videogiochi.

Vi racconto 5 cose assurde che mi sono successe con i Videogiochi

  • By Michele Longobardi
  • Aprile 3, 2018
  • Diario
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Quando quel disgraziato del direttore mi ha commissionato questo articolo, non ero convinto al mille per mille di poterlo fare.

L’argomento è interessante e può uscire fuori un pezzo divertente.

L’unico inconveniente è che, in tanti anni in cui gioco ai videogame, di cose assurde, ma proprio assurde, ma assurde assurde non me ne sono capitate a bizzeffe.

Considerate che una di queste cose assurde ve l’ho già raccontata nel recente articolo intitolato “Quella volta che comprai la PlayStation ma non era una PlayStation“. Quindi, fuori una.

Altri eventi strani, divertenti e talvolta poco piacevoli mi sono capitati, ma non saprei se annoverarli come assurdi.

Sono sempre stato un giocatore accorto, salvo sempre due volte prima di abbandonare una partita (chiedendomi se io abbia salvato e salvando così una terza), prima di cancellare dei dati di gioco li controllo per venti minuti, di grandi fregature non ne ho prese spesso, perché non spendo più di 50 euro se non sono sicuro di ciò che sto facendo.

Assemblaggio pc.

Considerate, inoltre, che sono stato anche abbastanza fortunato nella mia vita da gamer, tanto da non aver mai dovuto mandare in assistenza una console.

Quando agli altri apparivano i led rossi della morte, io scorrazzavo per Whiterun.

Premesso questo, le cose assurde successe a me a molti potrebbero sembrare acqua fresca.

Ma un grande ‘sti cazzi è d’obbligo.

Vi racconto quindi cinque cose che reputo assurde tra quelle che mi sono capitate con i videogiochi.

5 cose assurde che mi sono successe con i videogiochi

1. Quando al posto di Geralt di Rivia arrivò suo cugino pregiudicato

Nella vita di un videogiocatore, le delusioni sono sempre dietro l’angolo.




Che un videogioco possa disattendere le aspettative non è una cosa atipica e certo non bisogna farne un dramma quando ciò accade.

La cosa cambia quando a deludere sono le edizioni limitate, le collector’s edition che, per antonomasia, sono edizioni esclusive.

Queste dovrebbero avere contenuti di altissimo livello, considerando che spesso vengono vendute a prezzi abbastanza alti.

Qual è il contenuto che rende imperdibile una collector’s edition? La statua o action figure.

Se quella non è fatta bene, volano le sedie.

Ciò è accaduto quando arrivò a casa l’edizione da collezione di The Witcher 3: Wild Hunt.

Basta una foto per farvi capire perché la cosa abbia assunto connotati assurdi.

geralt di rivia faccia

Se vedo uno così in giro, cambio marciapiede.

Questo vi sembra Geralt di Rivia? Questo sarebbe il witcher che fa a fettine mostri di ogni sorta?

Forse dopo una ventina di canne Geralt si riduce così.

Quando arrivò la collector’s, pensai che ci fosse stato un errore, che al posto dell’action figure di Geralt mi avessero inviato la riproduzione in 3D di uno stupratore seriale.

Roba da matti.

2. Quando le tette a punta erano il massimo della libidine

Rispetto al passato, ci sono più personaggi femminili nei videogiochi su cui fantasticare (non giudicate!)

Da Bayonetta a Nariko, da Aloy a Yennefer, le donne hanno assunto un ruolo rilevante nell’universo videoludico.

Una volta, invece, i sogni erotici dei gamer si ricollegavano a un nome e a un cognome: Lara Croft.

tette Lara Croft

It’s fap time!

Nonostante la giovane età, sapevamo benissimo che le tette reali non fossero davvero così aguzze e spigolose ma quello c’era e ci accontentavamo.

Perché questa premessa sulle grazie a bassa definizione di Lara?

Perché la seconda cosa assurda che voglio raccontarvi riguarda una leggenda metropolitana che divenne famigerata all’uscita di Tomb Raider 3.

Voci di corridoio, di salotto e di stanze da letto affermavano che inserendo un codice – in quell’epoca i cheats per avere vite infinite o l’invulnerabilità erano all’ordine del giorno – nel menu di Tomb Raider 3 era possibile giocare l’avventura con Lara Croft completamente nuda.

Chi ha qualche anno in più si ricorderà di questa storia che girava come se fosse un segreto di stato, un fascicolo riservato dell’FBI, ma che in realtà era sulla bocca di tutti noi giovincelli.

Ebbene, la cosa assurda è che noi la notte la passavamo davvero insonne a digitare quel codice, constatando però che non accadeva nulla.

Lara rimaneva vestita.

Quando si chiedevano spiegazioni ai propri compagni, la scusa era sempre la stessa: “Non lo digiti bene. Devi schiacciare i tasti in modo velocissimo“.

Io ci provavo, le mie dita si muovevano così veloci da riprodurre un boato causato dalla rottura della barriera del suono.

Nulla. Quel codice è stato uno dei primi fake della storia.

3. Quando comprai un videogioco ma nella custodia c’era sto cazzo

Comprare su Internet può nascondere qualche insidia.

Non sono un tipo che esce molto di casa, quindi, se posso fare qualcosa direttamente da casa, grazie al PC, non me lo faccio dire due volte.

mattone nel pacco

Una volta mettevano un mattone nel pacco. Ora risparmiano anche su quello.

Solitamente uso Amazon per fare acquisti, ma anche eBay si è rivelata spesso una fonte affidabile.

Proprio su eBay è successa una delle cose assurde che mi sono capitate con i videogiochi.

Volevo acquistare The Walking Dead: Survival Instinct, un videogioco liberamente ispirato alla serie televisiva.

Non si tratta dell’avventura grafica della Telltale, ma di un survival horror uscito su PS3.

Lo acquisto senza guardare – mea culpa – i feedback ricevuti dal rivenditore.

Quando mi arriva a casa, apro il pacco e tutto sembra ok.

La custodia è quella giusta.

La apro.

All’interno non c’è il disco di gioco. Sono perplesso. Per alcuni minuti non connetto.

Una volta risvegliatomi dal torpore, imprecai così forte da ricevere una lettera di scuse dal Vaticano.

Alla fine, riuscii a ottenere il rimborso da eBay e qualche giorno dopo comprai quello stesso gioco da Gamestop.

Andato a casa mi resi conto dopo circa 10 minuti che si trattava di un gioco dalla rara bruttezza.

Uno dei titoli peggiori a cui abbia mai giocato, una vera e propria perla di letame.

Mentre giocavo, ripensavo a ciò che era accaduto con il truffatore su eBay.

Sorrisi. Tutto sommato, quel ladro mi voleva fare un piacere.

La perfetta postazione da gaming.

4. I Pokemon li ricordavo diversi

Questa se la ricorderanno in molti. Non è una cosa successa solo a me, ma a tantissimi giovani videogiocatori intrippati anche con i Pokemon.

Ahhhh, i Pokemon.

Quando partiva la sigla, se non urlavi GOTTA CHECCEMOOOL! non eri nessuno.

Ma a parte ‘ste puttanate, voi ricordate quando si sparse la voce che esistesse il videogioco ufficiale dei Pokemon… su Playstation?

Questa era una leggenda, come quella di Lara nuda, che nacque tra i banchi di scuola.

Purtroppo o per fortuna abbiamo vissuto l’epoca in cui a scuola giravano storie talmente assurde che, ripensandoci oggi, uno si chiede come sia possibile che ai tempi ci cascassimo con tutte le scarpe.

Tutti abbiamo avuto l’amico scemo che metteva in giro cretinate, portando come prova incontrovertibile la parola sacra di un cuggino o del fratello maggiore maneggione e con le mani in pasta dappertutto.

Insomma, il gioco dei Pokemon su Playstation esisteva, punto. Partiva dunque la caccia.

Un giorno da Jimmy, un senegalese che vendeva CD… vabbè, glisso su questa parte della storia.

Quel giorno vidi esposto il videogioco dei Pokemon per Playstation! Era vero, quell’amico scemo… non era scemo.

Lo presi al volo e quando tornai a casa ero fremente.

Inserii il disco nella console e già pregustavo ore e ore di epiche battaglie con altri capi palestra per diventare l’allenatore di Pokemon numero uno!

Quello che mi ritrovai davanti provocò uno degli shock più devastanti della mia intera esistenza.

rescue shot fregature con i videogiochi

Rescue Shot, veniva spacciato per il gioco dei Pokemon su Playstation, luridi bastardi schifosi.

Che è sta merda? Che cazzo di aberrazione è mai questa?

Se oggi sono un sociopatico con manie ossessive compulsive, lo devo anche a questo coniglio di merda.

5. Quella volta che persi i dati non di uno, non di due, ma di tre giochi

La perdita di dati di salvataggio da una memory card è un passaggio obbligato di ogni videogiocatore.

A molti, però, capita di perdere i salvataggi di un gioco che stavano per portare a termine, al massimo due, io feci tripletta.

Era il periodo in cui mi trovavo infognato nella vastissima ludoteca della Playstation 2, console che io considero, chi mi conosce lo sa già, la migliore in assoluto.

memory card

Che ricordi… ma si sta meglio adesso.

Ero alle prese con più giochi contemporaneamente, cosa che non mi accadeva e non mi accade praticamente mai.

Sono solito cominciare un gioco solo dopo aver portato a termine quello in sospeso.

In quel periodo  – non ricordo l’anno – ero impegnato su più fronti. Stavo per terminare in ordine: Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 2, Onimusha: Dawn of Dreams e Scarface: The World is Yours.

Nel primo caso, ero quasi giunto allo scontro con Omega Shenron; nel secondo, l’ultimo capitolo si stagliava tra me e i titoli di coda; nel terzo caso, ero un po’ più lontano dalla conclusione, ma più della metà del gioco l’avevo completata.

Dovetti andare a Milano, da mia sorella, insieme a mia madre, e nonostante il mio cervello mi dicesse che stessi facendo una stronzata, mi feci convincere a non mettere la Playstation 2 in valigia.

Dissi a mio fratello: “Non toccare nulla!”. “Certo!”, rispose lui… l’infingardo.

Ve la faccio breve. Quando tornai dopo settimane, riaccesi la console intenzionato a fare una full immersion e portare a compimento ciò che avevo iniziato.

Le cose non andarono come pensavo.

Sulla memory card non c’era un fico secco.

Non era rimasto un solo file di salvataggio.

Guardai mio fratello. Lui guardò me.

Io continuai a fissarlo. Lui non abbassò lo sguardo.

Io insistetti. Lui iniziò a vacillare.

Mi giurò di non aver toccato nulla. Sembrava sincero.

Ancora oggi non so se sia stata colpa sua. Lui ora è comunque impalato ed esposto in un museo.

Per dovere di cronaca: li ricominciai tutti da capo, uno alla volta, e li finii.



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Laureato in Lettere moderne, appassionato di commedia all'italiana anni 70-80-90, letteratura dell'orrore e romanzi gialli. Il mio più grande amore, però, sono i videogiochi, il medium per eccellenza.

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