Il Tokyo Game show è una delle tre grandi fiere a tema videoludico che ogni anno tutti gli appassionati attendono con trepidazione. Quest’anno ho avuto la possibilità di vederlo di persona, perciò vi racconterò le mie impressioni sia su alcuni dei titoli mostrati sia sull’evento in generale
Monster Hunter World: cacciatori di nuovo uniti, stavolta in HD

Lo stand di Monster Hunter
Premessa: Monster Hunter World è l’unico gioco del quale vi parlerò senza aver avuto la possibilità di provarlo con mano, dato che era richiesta una prenotazione.
Monster Hunter World è il nuovo capitolo della nota serie Capcom nella quale i giocatori devono mettersi alla prova nel cacciare creature via via sempre più pericolose.
Pur non avendolo provato con mano sono rimasto parecchio a osservare il gameplay, essendo un titolo che mi affascina molto.
Dopo tanti videogiochi usciti su console portatili, finalmente Monster Hunter esce su console fisse mostrando i muscoli con le sue ambientazioni (si va da foreste esotiche a deserti aridi) e animazioni (soprattutto delle varie creature che popolano il mondo di gioco).

Coop fino a 4 giocatori
Per quanto riguarda il gameplay la formula non è stata stravolta dai capitoli precedenti, che quindi si mantiene action-rpg con combattimenti molto dinamici e una gestione complessa di armi e armature, ognuna con effetti e attacchi unici.
Il gioco dà il massimo in compagnia di 3 amici, dato che le cacce principali possono essere affrontate in coop fino a 4 giocatori: aiutarsi a vicenda sarà fondamentale contro le creature più pericolose.
Data di uscita: 26 gennaio 2018
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Ni No Kuni 2 Revenant Kingdom: la nuova fiaba targata Level 5
Ni No Kuni 2 è il nuovo jrpg sviluppato da Level 5 con la direzione artistica affidata nientemeno che allo Studio Ghibli, seguito (non diretto) di quel Ni No Kuni uscito per le console di scorsa generazione.

Ni No Kuni 2 Revenant Kingdom.
Forse per via dei dati di vendita (purtroppo) sotto le aspettative del primo capitolo, gli sviluppatori hanno deciso di modificare radicalmente il combat system, dando la possibilità di cambiare rapidamente personaggio attivo (i due pg alleati verranno gestiti dall’I.A. tramite comportamenti in parte modificabili) e rendendo i combattimenti più action, con il controllo diretto di attacchi e magie.
Il lato tecnico è davvero strabiliante con un mondo di gioco e relativi personaggi unici e colorati (grazie soprattutto a un eccellente uso del cel-shading) e un accompagnamento musicale azzeccatissimo.

World map.
Gli unici dubbi che rimangono sono l’effettiva complessità degli scontri nel proseguire dell’avventura e la gestione dell’espansione del regno, governato tramite delle battaglie tattiche (le cosiddette schermaglie) sulla world map che forse spezzano un po’ il ritmo dell’avventura.
Data di uscita: 19 gennaio 2018
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Dragonball FighterZ: Goku e compagni tornano a combattere.
La serie di Dragonball si prepara finalmente al ritorno in grande stile nel campo videoludico dopo i passi incerti degli Xenoverse e di Battle of Z.

CANNONEEE SPECIALEEE!!
Dragonball FighterZ è un picchiaduro classico in 2D sviluppato dagli Arc System (quelli della serie BlazBlue).
Pad alla mano il feeling di gioco è veramente positivo.
Si tratta di un titolo più dinamico di un picchiaduro classico ma che dimostra di essere tecnico al punto giusto, favorendo velocemente l’apprendimento dei neofiti e permettendo ai più esperti di questo genere di videogame di esibirsi in combo spettacolari ed efficaci.
Lo stile grafico è azzeccatissimo, molto pulito e pieno di effetti che trasmettono davvero bene le tavole del manga originale.
Peccato che il rooster dei personaggi sia non proprio ricchissimo (probabili DLC in vista), ma almeno per quel che ho potuto vedere mentre ero in coda, sembrano abbastanza bilanciati.
Sembra inoltre che il titolo presenterà una storyline originale con personaggi inediti.
P.S. ho provato il gioco contro un giapponese: vincere in trasferta non ha prezzo 😉
Data di uscita: febbraio 2018
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Code Vein: si muore nel nuovo souls-like versione anime.
Code Vein è il nuovo action rpg souls-like (ispirato quindi alla saga di Dark Souls) sviluppato internamente da Namco Bandai.
Il gioco si presenta con una struttura a mondo interconnesso nella quale ci sono dei dungeon da esplorare.
Le caratteristiche base tipiche di Dark Souls tornano tutte, come la difficoltà generale tarata verso l’alto, le meccaniche di attacco e schivata, il respawn dei nemici e la presenza di boss.
Code Vein in ogni caso riesce secondo me a mantenere una buona personalità (cosa che per esempio Lords of the fallen non riusciva a fare) discostandosi non solo per via del lato tecnico e artistico, ma anche per l’aggiunta di meccaniche nuove che offrono la possibilità di immagazzinare “sangue” grazie ad alcuni tipi di armi per poterlo usare in seguito per attacchi a distanza o potenziamenti alle armi stesse.
Pad alla mano il feeling è buono ma migliorabile, con qualche problema di troppo nella telecamera e in alcune hitbox.
Data di uscita: 2018
La fiera vista dagli occhi di un gaijin
La giornata passata al TGS è stata per me molto interessante, non solo per i titoli che ho potuto provare, ma anche perché ho avuto la possibilità di immergermi in modo diverso dal solito nella cultura del Giappone.

Una foto scattata durante il viaggio a Tokyo.
L’organizzazione dei giapponesi è universalmente riconosciuta, e la location scelta per l’evento la rappresenta appieno: il polo di edifici che racchiudevano la fiera era adeguato a livello di spazi ed era molto semplice spostarsi tra di essi.
Gli spazi espositivi erano a loro volta ben riconoscibili, dagli immensi stand di Playstation, Square Enix, Namco Bandai alla ricca zona merchandising, dall’area con gli sviluppatori indipendenti alla zona esterna dedicata ai cosplay.

I videogiochi non erano le uniche cose da vedere negli stand 😉
C’erano anche innumerevoli stand minori con titoli mai visti, e che molto probabilmente non vedremo mai.
Non è un mistero, infatti, che il TGS sia una fiera fatta da giapponesi PER i giapponesi, e che quindi moltissimi dei giochi annunciati e mostrati siano destinati al solo mercato nipponico.
In molti oramai si chiedono che senso abbia continuare a seguire una fiera così “jappocentrica”, io credo che sia interessante anche solo per imparare a scoprire la visione e le idee giapponesi sul mondo del gaming e come queste si stanno evolvendo.
Questa è stata la mia esperienza al Tokyo Game Show 2017, se avete domande o curiosità lasciatemele con un commentino qua sotto o sulla pagina Facebook di Onikiri.
Restate sintonizzati per saperne di più sul Giappone e sulle sue stranezze… torneremo presto sull’argomento!
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