Resident Evil è una delle saghe più longeve della storia dei videogiochi.
Io personalmente ho sempre preferito lo stile horror sdoganato da Silent Hill, anche perché la serie Konami ha mantenuto, più o meno, le stesse meccaniche nel corso del tempo.
Resident Evil ha avuto un periodo di demenza senile in cui sembrava aver perso la retta via, abbandonando il genere horror per abbracciare e fare all’amore con il genere action.
Nonostante questo, Resident Evil rimane una delle mie serie preferite anche se disconosco alcuni capitoli.

Il primo amore non si scorda mai.
Quanti sono i titoli della serie sugli zombie? Ve lo dirò nel modo più preciso possibile: sono un fottìo.
E come sono? Alcuni capolavori, altri ottimi titoli, altri ancora sono così così.
Poi ci sono le cagate spillasoldi.
Ma veniamo ai fatti. Ecco quali sono i titoli che compongono la serie di Resident Evil.
Postilla: non andrò ad analizzare nello specifico ogni gioco perché l’articolo verrebbe troppo lungo e per voi lettori sarebbe troppo pesante. E poi mi scoccio, mi scoccio da morire. Mi limiterò a dire quanto siano piaciuti o meno a me.
Se non vi interessa, me ne sbatto.
Resident Evil: tutto cominciò nel 1996
Il primo capitolo della saga zombie mi rese un bambino (diciamo adolescente va’, lo giocai un po’ dopo la sua uscita) felice.
Fin dalla tenera età sono stato un appassionato di “film con gli zombie”, che poi è sinonimo di film di Romero.
Non mi sembrava vero poter giocare a un titolo fortemente ispirato a quelle opere.
Far saltare la testa a quegli esseri mi rendeva fiero di essere un videogiocatore.
Resident Evil 2: meglio del primo!

Leon e Claire si chiedono chi cazzo glielo abbia fatto fare.
Mi prendo le mie responsabilità.
Per me Resident Evil 2 è più bello del primo. Migliora in toto le meccaniche di gioco e Leon Kennedy è sempre stato il mio personaggio preferito della saga.
Certo, Claire Redfield non è neanche un’unghia di Jill Valentine, ma ci si accontenta.
Quando giocai per la prima volta a RE2 rimasi molto inquietato dall’alligatore gigante delle fogne.
Resident Evil 3: STAAAAARS
Resident Evil 3: Nemesis non è bello quanto il secondo, ma è il mio preferito in assoluto.
Non ci state capendo niente? Qual è il mio RE preferito, dunque? La mia classifica della trilogia classica è questa:
- Resident Evil 3
- RE2
- Il primo
Sì, in ordine decrescente perché sono un tipo ordinato.
È il mio prediletto per una questione “affettiva” perché è il primo RE che riuscii a finire. Gli altri due non li terminai al primo tentativo, ero nabbo.
Dopo aver concluso il terzo, mi rimboccai le maniche e caricai per bene il mio fucile a pompazza portando così a termine anche i due episodi precedenti.
Ah, poi c’è il Nemesis. Dettaglio di poco conto.
Resident Evil Survivor: gioie o dolori? Per me gioie

Oh, a me Survivor piacque.
Ho sentito molte lamentele dei fan della saga rivolte a Survivor (o Gun Survivor) perché avrebbe stravolto completamente il gameplay.
Per molti, non è un Resident Evil.
Non sono d’accordo. A me piacque moltissimo ed è tuttora uno dei miei preferiti.
Vero, è uno sparatutto su binari ma le emozioni che ho provato giocandoci non si sono discostate di molto da quelle avvertite giocando ai classici della trilogia che hanno dato inizio alla serie.
Gli zombie ci sono e sono affamati come sempre, il level design è ispirato e la fretta di dover ricaricare l’arma in una stanza piena di esseri rivoltanti non fa rimpiangere le sensazioni dei RE canonici.
Per me Resident Evil: Survivor è promosso.
RE: Code Veronica… con o senza la X
Forse l’ultimo RE classico. Cioè, un capitolo che non rivede le sue meccaniche, ma rimane ancorato a quelle che hanno reso famosa la saga.
Il Code Veronica è anche, probabilmente, uno degli episodi più difficili.
La versione senza X uscì per Sega Dreamcast, mentre su Playstation 2 uscì quella con la lussuriosa lettera.
Ancora oggi ho gli incubi ripensando a quel maledetto Tyrant sull’aeroplano.
Anche Code Veronica è promosso.
Resident Evil: Gaiden… non so di cosa stiamo parlando

Se lo potevano risparmiare.
Invece lo so, non sono mica un pisquano.
Gaiden è il capitolo della saga zombie pubblicato nel 2001 su Game Boy Color.
Atmosfera poco horror, visuale isometrica, sistema di combattimento da gioco amatoriale, palesi limiti della console per cui era stato pensato.
Un buco nell’acqua. Poteva essere evitato.
Resident Evil: Survivor 2 – Code: Veronica
Il titolo, probabilmente, l’ha scelto Lina Wertmuller.
Si tratta del secondo sparatutto con light gun. In questo caso, però, devo sovvertire il giudizio che ho espresso sul primo Survivor.
Questo è molto meno ispirato e più noioso.
Sarà che crescendo si diventa più critici, ma non ho un’opinione positiva su quest’ennesima variazione sul tema.
Resident Evil: Rebirth – Una rinascita coi fiocchi
Il remake del primo Resident Evil.
Uscito nel 2002 su GameCube riesce addirittura a migliorare ciò che era già quasi perfetto.
I miglioramenti sul piano tecnico sono ovvi, stiamo parlando di una generazione in più, e il cubo di Nintendo sul lato hardware era davvero cazzuta (invece adesso la grande N fa le scatole di cartone).
Il miglioramento netto, però, si nota anche nel gameplay più reattivo e meno legnoso.
Accolto con tric trac e bombe a mano dalla critica che lo ha osannato, Rebirth dimostra che se i remake vengono fatti con cognizione di causa, non rompono mai il cazzo.
Resident Evil Zero… le origini della Umbrella Corp.

Io ho giocato la versione HD di Resident Evil Zero.
Uscito su GameCube nel 2002, non giocai questa versione del titolo.
Ho recuperato Zero grazie all’edizione rimasterizzata su Playstation 4. L’ho adorato.
Sono sempre stato uno scettico dei capitoli Origins (ovvero i prequel che spiegano come è iniziato tutto).
Me lo spiegavi prima se volevi, non dopo 10 anni!
Ma in questo caso, Capcom si è comportata in maniera ineccepibile (questa frase tra qualche paragrafo non la leggerete più).
L’unico appunto che posso fare è su Billy Coen, un personaggio che non è riuscito a entrarmi in testa. L’ho trovato un po’ spento.
Resident Evil: Dead Aim – Rinnegato, non da me
Sarò strano io. Capita spesso che quando a tutti piace un gioco, a me non dica molto.
Quando, invece, tutti lo schifano, a me piace!
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Dead Aim non è un capitolo molto apprezzato, perché presenta personaggi del tutto nuovi che non sono mai più stati ripresi e un gameplay più vicino a uno sparatutto in prima persona.
Qui vale lo stesso discorso fatto per Survivor. Per me, è un Resident Evil in piena regola.
Sono ben altri gli episodi che hanno stravolto la saga, non certo Dead Aim. Alcune sezioni mi sono addirittura risultate più ansiogene di quelle ritenute “classiche”.
Lo ha finito anche mio fratello, a cui i videogiochi non interessano.
Non è un’informazione utile? E io la scrivo lo stesso, perché il PC da cui sto redigendo l’articolo l’ho comprato io.
Resident Evil: serie Outbreak – Meh…
Alla serie Outbreak va riconosciuto il merito (?) di aver introdotto per la prima volta nella serie la componente multplayer on-line.
Chi ha letto alcuni miei articoli precedenti saprà certamente che io del multplayer online me ne sbatto i maroni.
Sono sempre stato un single player e ritengo la modalità in singolo il vero cuore pulsante di un videogioco.
In sintesi, quindi, è una serie che non ha mai fatto breccia nel mio cuore. Buone potenzialità, ma nulla più.
Resident Evil 4: che ve lo dico a ffa’…

‘Sti stronzi mi facevano venire il coccolone ogni volta.
Quando mi chiedono una top ten personale dei giochi Playstation 2, nelle prime posizioni metto sempre Resident Evil 4.
È più action dei classici RE? Sì, lo è, ma non dà fastidio, non è uno stravolgimento totale della saga e poi è fatto bene, FATTO BENE… capito RE5 e RE6?
Storia e ambientazioni ispiratissime, il mio personaggio preferito come protagonista, la novità delle Plagas che ha rappresentato una buona variazione sul tema.
Non ci sono più i veri zombie. Sì, giusto, ma il problema principale dei capitoli successivi non è tanto l’assenza dei morti viventi, ma l’assenza di Resident Evil stesso.
Comunque, in tutti i casi: Ashley, vaffanculo!
Deadly Silence, Umbrella e Darkside Chronicles: non perdiamo tempo
Dal 2006 al 2009 i fan Nintendo hanno potuto giocare a questi capitoli della serie su DS (Deadly Silence) e Wii (Umbrella e Darkside).
Li ho riuniti in un solo paragrafo perché le meccaniche sono le stesse.
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Parliamo di sparatutto su binari ambientati in scenari classici della serie, cioè scenari presenti nei vecchi titoli.
Per questo motivo possiamo dire che questo genere non si può definire estraneo a Resident Evil, è un sottogenere della saga.
Nel caso di Deadly Silence, siamo di fronte a un vero e proprio remake.
Sfiziosi, nulla di più.
Resident Evil 5: infettiamoli a casa lor… ehm…

Che carisma!
Ogni mattina, in Africa, Chris Redfield si sveglia e sa che dovrà prendere la sua dose di steroidi.
Resident Evil 5 è probabilmente un errore di sviluppo. Forse erano scarti, scene tagliate, idee buttate nel cestino.
Poi il destino ha voluto che sul disco venisse messo questo materiale invece di quello originale.
Non posso trovare altre giustificazioni.
Non è un Resident Evil, ma non è neanche sto granché come sparatutto.
Capcom voleva fare un Resident Evil diverso, per andare incontro a una massa meno legata al genere del survival horror, ma ha inserito anche elementi che cozzano con gli sparattutto, come l’impossibilità di muoversi mentre si spara.
E così non è venuto né carne né pesce.
Però le tette di Sheva son belle… almeno quelle.
Resident Evil: serie Revelations
I due capitoli Revelations sono usciti in due periodi diversi, ma li accorpo in un unico paragrafo.
Questo perché su entrambi ho pareri, nel complesso, positivi.
Non sono due giochi eccelsi, ma paragonati a RE5 e RE6 diventano un’ancora di salvezza.
Sopratutto il secondo, diviso in cinque episodi, mi ha lasciato buone impressioni e il ricordo di un titolo dalle tinte che, almeno, cercano di ricalcare le vecchie orme.
Resident Evil: Operation Raccoon City
Non lo commento neanche.
Resident Evil 6: bocca taci, bocca taci

Mmh… che profumino, cosa si gioca oggi, un videogioco dimmerda?
Sono riusciti a fare peggio di Resident Evil 5.
Una storyline divisa in tre campagne che non ne fanno mezza buona.
Su quella di Leon Kennedy, in alcune sezioni, possiamo ancora ragionarci, ma le campagne di Chris e Jake non hanno senso di esistere.
Resident Evil 6 è uno degli esempi più lampanti dello sputtanamento della serie che si stava mettendo in atto.
Personaggi, trama e cutscene prese alla meno peggio da un film d’azione di quart’ordine e sputate su disco.
Un affronto.
Resident Evil: Umbrella Corps
Non esiste.
Resident Evil 7: la luce in fondo il tunnel

Se vi lamentate di RE7, meritate un Umbrella Corps. all’anno.
Molti diranno: “Devi criticare anche RE7, come hai fatto con altri, perché “non è un Resident Evil”.
Non è così.
Re7 ha riportato la saga sulla retta via, nel posto che le compete.
La prima persona lo allontana dai classici?
Può essere vero ma ci sono due fattori da prendere in considerazione:
- Gli standard del genere sono cambiati. I primi RE sono usciti 20 anni fa, riproporre le stesse meccaniche sarebbe alquanto anacronistico.
- Preferisco un RE in prima persona e con meccaniche horror diverse piuttosto che guardare zombie motociclisti e Chris Redfield intraprendere la carriera di wrestler.
Non lamentiamoci di RE7, altrimenti Capcom ci propina altre cagate come Umbrella Corps… ah, no, quello non esiste.
Come avete potuto constatare voi stessi, non ho inserito le varie riedizioni in HD di vecchi titoli perché sono tanti e non ha molto senso, i giochi quelli sono.
E poi s’è fatto tardi e devo consegnare il pezzo.
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