Sono sempre stato un single player… in tutti i sensi. Ho sempre fatto della misantropia la mia filosofia di vita, non mi affeziono facilmente e tendo a scocciarmi quando sto con gli altri.
Il single player, per una persona come me, è linfa vitale.
Voi potreste obiettare che nel multiplayer non si incontrano dal vivo le persone.
Be’, mi rompo il cazzo lo stesso.
Quando gioco, il primo essere umano nelle vicinanze deve stare in un altro sistema solare.
Potete immaginare, dunque, quanto mi abbiano fatto ridere le dichiarazioni di EA che afferma che il single player è destinato a scomparire.
Tsk, ma sparissero loro!
Fare una campagna single player degna di questo nome è molto difficile, chi vuole la morte del single non capisce una ciolla e non sa fare il proprio lavoro.
Il single player da decenni ci regala intense emozioni e ci sono titoli che, più di altri, hanno segnato la storia della modalità dei segaioli per eccellenza.
Ne ho scelti dieci!
Ah, piccola premessa: non rompetemi i coglioni nei commenti. “Non c’è Pinco Pallino Adventures”, “Perché non hai messo Barbie Raperonzolo?”, “Ma scherzi?!! Non hai messo Vibrator Simulator!”.
Evitate, grazie. Sapete quanti videogiochi straordinari sono usciti negli ultimi… 30 anni? Tanti, troppi.
Io potevo selezionarne solo dieci. Quindi, se non siete d’accordo con la mia lista, fatelo voi l’articolo e vediamo di cosa siete capaci.
EDIT: Ok, alla fine avete fatto un casino e mi avete praticamente costretto ad aggiungere ulteriori titoli. Li trovate alla fine come bonus. Li mortacci vostra.
10 Videogiochi che hanno fatto la Storia dei Single Player
1. The Legend of Zelda (1987)
Qualcosa di “vecchio” devo metterlo, altrimenti che razza di lista sarebbe se mettessi solo roba post 2000?
Il single player era agli albori, i videogiochi da cabinato non avevano storie da premio Oscar.
Anzi, la storia era sempre la stessa: quella di bambini che in un solo pomeriggio riuscivano a spendere il PIL del Liechtenstein.
Poi, un giorno, un signorotto giapponese di nome Shigeru ha detto: “O sapete che famo?” – disse proprio così, è un dialetto della periferia di Kyoto – “Me rompo li cojoni a fa sempre le stesse cose. Mo ce metto ‘na trama”.
Nacque così The Legend of Zelda… questa è storia, ragazzi.
The Legend of Zelda merita di essere il primo titolo della lista dei 10 videogiochi che hanno cambiato la storia del single player.
2. Super Mario 64 (1996)
Lo stesso signorotto giapponese di cui sopra, una mattina, si svegliò e disse: “Sul annanz e arret po’ ji stu Stalin in miniatura?” – il dialetto è diverso perché visse molti anni ad Hokkaido.

Super Mario 64 è ancora oggi considerato uno dei giochi più belli della storia
Così decise di sviluppare il primo Super Mario in un mondo tridimensionale e il successo fu enorme, tanto che Super Mario 64 è tuttora considerato uno dei videogiochi più belli della storia.
Il titolo Nintendo ha cambiato la storia del single player perché i platform in 2D erano la norma, ma stavano già scassando un po’ la minchia.
È possibile far vivere un personaggio iconico come Mario, nato in due dimensioni, in un universo completamente tridimensionale? Super Mario 64 rispondeva in maniera affermativa a questa domanda. SI PUÒ FARE!
Pietra miliare dei videogiochi, voto 9 (cit. Ziliani).
P.S. La O maiuscola accentata si fa con ALT + 0210.
3. Grand Theft Auto (1997)
La prima impressione che ebbi di Grand Theft Auto fu: “Ma che sfac**** – termine tipico partenopeo – di telecamera! Dove sfac**** devo andare?”
E devo dire che ancora oggi mi chiedo se quella telecamera isometrica fosse dettata da limiti hardware o da uno sviluppatore stronzo.
Ciò che è certo è che il primo GTA ha ridefinito i canoni dei giochi single player. Una città (più di una a dire il vero) a nostra totale disposizione, delinquenza, mani in faccia, sputi e tanta bucchinità. Capolavoro.
GTA II calcò le orme del primo capitolo, ma da GTA III in poi il teppismo più bieco si impossessò di noi.
Da quel giorno le vecchiette non ci hanno più guardato come prima.
4. Metal Gear Solid (1998)
Dopo Shigeru, arriva Hideo (non la faccio la squallida gag dei dialetti, non preoccupatevi).
Metal Gear Solid entra di diritto nell’elenco dei 1o videogiochi che hanno fatto la storia del single player perché nel 1998 molti adolescenti, giocando al capolavoro di Kojima, per la prima volta sperimentarono l’autoerotismo.
Non il solito action in cui sparacchiare a destra e a manca.
Ogni azione doveva essere ragionata, era possibile avanzare senza allertare le guardie, si potevano dare pugnetti al muro per distrarle, ci si nascondeva in una scatola di cartone!
Metal Gear per MSX ha inventato un genere, ha inventato un nuovo approccio, mentre la sua versione “solida” lo ha ridefinito.
La straordinarietà di questo titolo sta nel fatto che potrebbe essere inserito in qualsiasi lista, anche quella di nozze, e non sfigurerebbe mai!
5. God of War (2005)
God of War è l’esempio di come con la calma e l’eloquenza si possa ottenere tutto.

Le belle maniere di Kratos
Kratos è uno dei personaggi più pacati e tranquilli del mondo dei videogiochi, un modello per chiunque creda nella forza delle parole!
… mi sa che lo sto confondendo con qualcos’altro. Ho avuto da poco una febbre alta e sono ancora un po’ frastornato.
Ah, no, ecco, ho fatto mente locale.
God of War è il gioco che ha portato a un livello superiore il risentimento nei confronti degli dei.
A chi non è mai scappata una bestemmiuccia in un momento di ira?
Kratos, invece, è andato direttamente da loro, dagli dei dell’Olimpo, e li ha corcati di botte.
Bravo!
La verità è che il gioco di Santa Monica Studio è un perfetto mix di action brutale, platform e puzzle e ha uno dei protagonisti più carismatici della storia.
6. Shadow of the Colossus (2005)
Può un uomo uccidere creature alte come montagne? Può ed è meraviglioso.
Devo essere sincero: a me un po’ dispiaceva abbattere i colossi perché, parliamoci chiaro, siamo noi che gli andiamo a rompere i coglioni.
Per far tornare alla vita una principessa si fa questo e altro.
D’altronde anche Fumito Ueda conosce l’enorme potere di quella cosa lì… ci siamo capiti. In grado di smuovere anche le montagne, appunto.
Shadow of the Colossus è uno dei giochi in single player più belli della storia. L’ho detto, lo confermo e continuerò a pensarlo.
Ho conosciuto persone a cui non piace Shadow of the Colossus… non sto raccontando balle. Pochi, ma ne ho conosciuti.
Gli ho tolto il saluto.
7. Fallout 3 (2008)
Se scoppiasse un’apocalisse nucleare, che fine faremmo? Nella realtà schiatteremmo senza appello.
Il bello dei videogiochi, però, è che possiamo vivere esperienze uniche e che ci fanno credere di essere pronti a tutto.
Un po’ come quelli che sperano in un’apocalisse zombi perché “tanto ho giocato a Resident Evil”.

C’è ancora chi li chiama zombie. I ghoul si riuniscono in una class action per far valere i propri diritti.
Illusi e palloni gonfiati.
Se i morti tornassero in vita, faremmo una finaccia, punto e basta.
Diciamo che in Fallout 3 la situazione apocalittica è più “sostenibile”, basta tenersi alla larga dai ghoul ferali e abituarsi al sapore un po’ radioattivo dei cibi.
Fallout 3 ha fatto la storia del single player perché è stato uno dei titoli di quella generazione a creare meglio di altri il giusto mix tra gli elementi ruolistici e l’action.
Il numero di scelte che possono essere fatte durante un dialogo è allucinante.
Se vuoi mandare a farsi fottere un personaggio che ti ha chiesto un po’ di acqua purificata, lo puoi fare!
Basta coi giochi buonisti! Vuoi la mia acqua? Ti serve aiuto? Per quanto mi riguarda, puoi andare a baciare il culo a un mirelurk!
… a dirla tutta, io Fallout 3 l’ho sempre finito con karma buono.
8. The Last of Us (2013)
L’ho già messo nella lista dei titoli da giocare ad Halloween, quindi, andate a leggervi quello e passiamo al prossimo.
No vabbe’, qualcosa la devo scrivere anche perché Halloween è passato da un pezzo. Davvero bisogna giustificare l’inserimento di The Last of Us in questo elenco?
Se il single player continua ad avere molto da dire e a non passare mai di moda è grazie anche a titoli come quello di Naughty Dog.
La bellezza di The Last of Us è direttamente proporzionale al numero di imprecazioni e di sacramenti pronunciati da Ellie.
La bellezza di The Last of Us è inversamente proporzionale al basso profilo che Ellie riesce a tenere quando il posto brulica di clicker.
La bellezza di The Last of Us è direttamente proporzionale a quanto sono stronzi quelli che dicono che The Last of us è sopravvalutato.
9. The Witcher 3. Wild Hunt (2015)
Si gioca a the Witcher 3 per una sola ragione: farsele tutte! Vai, Geralt!

Ehm… eh… ah…
Da Yennefer a Triss, passando per Keira Metz. Ciri no, sarebbe contro natura… giusto?
GIUSTO?
Si narra che alcuni strighi (plurale di strigo è strighi? Boh) abbiano avuto l’ardire di provarci con le streghe della palude.
Stronzate a parte, un gioco di ruolo della profondità di The Witcher 3 è raro trovarlo, guardando sia al passato sia al presente.
È grazie a software house come CD Projekt Red che le parole di EA sul single player sono solo minchiate.
10. Life Is Strange (2015)
Life Is Strange è un gioco per azzeccati di serie tv e videogiochi. Un teen drama (che a me hanno sempre fatto cagare, ma questo gioco mi ha acchiappato fin da subito) che si tramuta in un thriller soprannaturale.
Dovremo farci largo tra viaggi nel tempo, ragazze stronze, segreti, beghe amorose, ragazze stronze, rapimenti, pericoli di ogni sorta e ragazze stronze.

Un selfie per ricordarci che il single player regna. Multiplayer sucks.
Life Is Strange è uno degli esponenti più importanti dei cosiddetti titoli “story driven“, cioè titoli in cui la narrativa e l’intreccio della trama prevalgono su un gameplay spesso ridotto al minimo.
È un’evoluzione che il single player ha preso in questi ultimi anni e che a me piace tantissimo.
Quella che sembra un’involuzione del single player agli occhi di molti perché “non c’è livello di sfida”, “è tutto guidato”, in realtà è progresso perché i videogiochi come Life Is Strange esplorano, esaltano e “aggiornano” i meccanismi su cui si basano gli altri media.
Life Is Strange è meraviglioso, punto, non voglio sentire ragioni.
Titoli Bonus che hanno cambiato la storia dei single player
Visto che, nonostante la premessa molto chiara e diretta, mi avete comunque scartavetrato i coglioni, inserisco ulteriori quindici videogiochi che hanno cambiato la storia dei single player.
Il primo che fiata non riuscirà più ad accendere una console in tutta la sua vita. L’anatema è lanciato.
11. Pac Man (1980)
Sì, come primo titolo bonus vi metto quel drogato di Pac Man.
Se oggi possiamo sognare con storie incredibili è anche grazie ai giochi da cabinato, agli arcade che ci hanno fatto dilapidare soldi su soldi, perché da qualche parte si deve cominciare.
E perché non Space Invaders? E Paaaang? E Pooooong?
Fanculizzatevi.
12. Final Fantasy (1987)

Gli appassionati della serie avranno la lacrimuccia.
Stessa storia, più o meno, di The Legend of Zelda, infatti, l’anno di uscita è lo stesso.
Mentre il primo è una saga simbolo Nintendo, Final Fantasy uscì anche su console Sony.
Un signore di nome Hironobu ebbe la stessa idea di Shigeru. All’inizio i due si presero un po’ a male parole, poi si misero d’accordo.
“Ognuno faccia il proprio e non ce rompemo li cojoni a vicenda”, “Stabbene”.
13. DOOM (1993)
DOOM è uno di quei videogiochi che ti facevano sfogare alla grande.
Rabbia repressa e stress (e non c’era ancora Facebook con i suoi utenti tossici, in tutti i sensi) potevano esplodere in tutta la loro virulenza senza spargere sangue reale.
DOOM è stato uno sparatutto in prima persona molto influente in un periodo in cui gli fps arena spopolavano. Gli sparatutto in prima persona appartengono a un genere molto amato.
Si stima che se riunissimo tutti gli appassionati di fps, formeremmo una nazione grande come il Pakistan (me lo sono appena inventato, ma fa figo dire cose del genere).
E Wolfensteeeein? Fanculizzatevi.
14. The Elder Scrolls: Arena (1994)
Il primo capitolo della serie Bethesda.
“Di Fallout non hai messo il primo, ma il terzo!“… aoh, ma non avete nient’altro da fare?
TES: Arena fu rilasciato in due versioni, una su floppy disc! Già questo lo rende un gioco da #lunedìfeels.
Un imperatore, Uriel Septim VII, imprigionato in un universo parallelo, l’Oblivion, un Bastone del Caos fatto a pezzi sparsi per Tamriel.
La grafica era quella che era, ma che figata.
15. Resident Evil (1996)
Alt, comincio il paragrafo citando Alone in the Dark. È lui il capostipite del genere horror.

Il primo incontro con uno zombie. Ci desidera.
L’ho citato, quindi, non venitemi a fare gli espertoni nei commenti. Non l’ho voluto mettere, sono fatti miei.
Resident Evil ha fatto la storia del survival horror e del single player senza se e senza ma. Chiunque lo abbia giocato nel lontano 1996 ha provato sulla propria pelle il cagotto per il primo incontro con lo zombie che ci guarda, ci guarda come a dire: “Mo so’ cazzi tua”.
Che dire poi della sincope sopraggiunta in tenera età a causa di quella finestra e di quei dobermann (oggi lo sappiamo che usciranno due cerberus da lì, ma la prima volta fu un trauma).
E quell’orologio nella sala principale che faceva TIC TAC TIC TAC… e metteva più ansia del primo appuntamento con la bella della classe.
Capolavoro senza tempo.
16. Crash Bandicoot (1996)
Il bandicoot è un marsupiale che appartiene all’ordine dei Paramelemorfi.
Si nutre principalmente di gustosi frutti rossi, grossi come mele, chiamati frutti Wumpa. Il suo habitat naturale sono le console Sony.
Il platform con la P maiuscola! Crash Bandicoot è sinonimo di infanzia, di nostalgia, di divertimento.
Crash ci ha insegnato a non avvicinarci mai a casse verdi con una N disegnata sopra e che i pinguini, quando vogliono, sanno essere dei pezzi di merda.
Cosa dice Aku Aku?
a. Bodyguard
b. Budegà
c. Kitemmuort
17. Tomb Raider (1996)
Ma quanti giochi belli uscirono nel 1996?!

Lara Croft aveva doti innate
Tomb Raider ha fatto la storia del single player ma ancor di più del cosplay! Eh sì, senza Lara Croft non sarebbe nato il cosplay videoludico. Però, care ragazze, mo’ basta.
Lara ha rappresentato forse uno dei primi sogni erotici di noi ragazzetti. Le sue arrampicate e i suoi salti acrobatici ci hanno fatto sudare freddo: per la paura di cadere e per le cosce ben in evidenza, anche se in risoluzione molto bassa.
Come stavamo messi, eh?
Le tette a punta erano la ciliegina sulla torta.
Fatto sta che Tomb Raider ha davvero rivoluzionato i giochi action. Un misto di platform, enigmi ambientali e sparatorie contro fiere feroci che portava il giocatore a ragionare per superare un livello.
18. Castlevania: Symphony of the Night (1997)
Uno dei videogiochi più belli della storia.
Vampiri seri, non quelle fighette dei film di oggi. La figura di Dracula è una delle più affascinanti della storia della letteratura e della cinematografia.
Konami l’ha resa tale anche nei videogiochi regalandoci nel 1997 il capitolo più bello della saga.
Livelli interconnessi, elementi da RPG, difficoltà elevatissima, atmosfera sublime.
Con Symphony of the Night, il single player passa a uno stadio successivo.
19. Grim Fandango (1998)
“Un’avventura grafica non la metti?”. E qui avete ragione.
Avrei voluto mettere Monkey Island, ma le lobby delle falci mi hanno imposto Grim Fandango.
Tutto sommato, la cosa non mi dispiace. Prima avventura grafica della LucasArts con grafica tridimensionale.
Tim Schafer in cabina di regia e il Giorno dei Morti a fare da contesto.
Mitologia azteca e tanta ironia per una storia fuori dagli schemi. Giocone esagerato.
20. Half Life (1998)

Amore a prima vista
E che possiamo dire qui? Lo sparatutto che ha influenzato un intero genere negli anni a venire.
Intelligenza artificiale che all’epoca sembrava roba da film di fantascienza, trama che in un fps si è vista poche altre volte.
Storia raccontata senza cutscenes e level design da applausi.
Dovevo metterlo nella lista iniziale e non nei bonus? Probabile, ma la vita ci porta a fare cose inspiegabili.
Ah, non posso esimermi dal fare la fatidica domanda: “Quando esce Half Life 3?”.
21. Silent Hill (1999)
Se Alone In The Dark ha inventato il genere e Resident Evil lo ha ridefinito, Silent Hill ha riscritto i canoni del survival horror.
Temi adulti, caratterizzazione dei personaggi di altissimo livello, ambientazioni che celano una realtà parallela oscura e incostante.
Una costante sensazione di ansia e inquietudine, creature grottesche che fanno trasalire al solo pensiero: un pranzo dai suoceri, insomma.
Simbolismo e metafore come se piovesse. Silent Hill è un capolavoro senza tempo.
22. Shenmue (2000)
Cercherò di essere velocissimo con gli ultimi giochi della lista. Siamo quasi a 3000 parole, uno sproposito.
Gioco pubblicato da SEGA e qui i bimbetti farebbero la battutina a sfondo sessuale, ma io sono una persona seria, quindi glisso.
Il primo gioco ad utilizzare la tecnica Full Reactive Eyes Entertainment, cioè andate e fate po’ po’ quello che ve pare.
Gioco in cui la narrazione può essere portata avanti parlando con personaggi non giocanti che nelle loro faccende sono affaccendati; l’esplorazione del mondo di gioco è totalmente libera; uno dei primi giochi ad utilizzare in maniera massiccia i QTE.
Cambiamenti climatici e minigiochi à gogo per un’avventura unica nel suo genere.
23. Fahrenheit (2005)

Che giornata di merda
Uno dei miei giochi preferiti di sempre. “E perché non l’hai messo prima?“. E che ne so.
Quantic Dream con Fahrenheit ha rivoluzionato il mondo dei videogiochi single player inventando il film interattivo.
Dopo sono arrivati Heavy Rain e Beyond e questa tecnica ludonarrativa (azz, che neologismo sborone) è stata raccolta da altri sviluppatori, basti pensare a Until Dawn e Life is Strange.
In Fahrenheit siamo sia il killer sia i detective. Dobbiamo sia scappare dalla polizia sia catturare il colpevole. Orgasmo.
Un thriller mozzafiato ambientato in una New York immersa nella neve. Potete immaginare quanto io, amante del freddo e della solitudine, abbia goduto giocandoci.
24. Mass Effect (2007)
Una serie sviluppata da Bioware e prodotta da… oooh, Electronic Arts.
Guarda caso, proprio quelli che pensano che il single player sia alla frutta.
Un’intera galassia a nostra disposizione, razze aliene con cui allearsi o con cui scorticarsi a sangue.
Mass Effect è un titolo imprescindibile per chiunque ami la fantascienza.
25. Dark Souls (2011)
Allora, Dark Souls è… SEI MORTO!
Dark Souls ha cambiato la storia del single player perché, da quando è uscito, tutti i giochi mediamente più complessi sono come Dark Souls.
I souls-gamer però dovrebbero spiegarci cosa c’entrino Crash Bandicoot Remastered e Cuphead con Dark Souls.
Dark Souls ha inoltre una delle community più litigiose, tanto che si menano tra di loro per decidere se sia più bello il primo o il terzo.
Comunque, va riconosciuto che il titolo From Software abbia riportato in auge i giochi senza aiuti, senza obiettivi segnati sulla mappa, in un panorama odierno costellato di giochi guidati.