Il rapporto tra videogiochi e bambini non è facilmente analizzabile e non può essere preso in esame adducendo semplici opinioni personali se non avallate da pareri professionali.
Il mondo del gaming è in continua espansione e continua a far registrare numeri da capogiro sotto ogni punto di vista.
Le statistiche legate al mondo dei videogiochi, inoltre, sono in controtendenza rispetto a ciò che molti ancora pensano di sapere.
I videogiochi sono roba da bambini? Ormai questo mito è stato sfatato e non da poco.
Basta andare a leggere il rapporto pubblicato da AESVI, l’Associazione italiana di categoria, per farsi un’idea dell’impatto che i videogiochi hanno sulla società italiana odierna.
Secondo questi dati, in Italia oltre 25 milioni di giocatori hanno più di 14 anni. Dato che fa il paio con quello che ci informa che 6 videogiocatori su 10 hanno tra i 25 e i 55 anni. Sono tutti maschietti, senza dubbio.
Invece no. Anche questa leggenda dei videogiochi come passatempo prettamente maschile è stata demolita.
Uomini e donne sono esattamente alla pari: il 50% dei videogiocatori è composto da uomini e il 50% da donne.

I dati AESVI dicono che donne e uomini giocano ai videogiochi nelle stesse percentuali. Fonte: TGCom24
Il giro d’affari poi è tra i più remunerativi in assoluto: il mercato dei videogiochi in Italia ha chiuso il 2016 con oltre 1 miliardo di euro di introiti, l’8,2% in più rispetto al 2015. (fonte dei dati: Il Messaggero).
C’è ancora del pregiudizio sui videogiochi? Questo sicuramente e in Italia non sempre si riesce ad uscire da vecchi modelli di pensiero stereotipati.
Ancora oggi c’è chi pensa che i videogame possano arrecare danno ai più giovani.
Queste persone ritengono infatti che i giochi elettronici veicolino la violenza come valore positivo o, comunque, necessario per superare gli ostacoli che si incontrano nelle avventure virtuali.
In realtà non bisogna fare l’errore di pensare che questo avvenga solo in Italia.
Basti considerare la caccia alle streghe che periodicamente viene portata avanti negli Stati Uniti d’America ogniqualvolta che avviene una strage in una scuola.
Nel 1999 fu il Massacro alla Columbine High School, nel 2018 invece a far notizia è stata la strage compiuta alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland.
Sempre AESVI, però, ci dice che i genitori italiani stanno iniziando a prendere coscienza delle opportunità offerte dai videogiochi e della loro vera natura.
Sul sito ufficiale, si legge quanto segue:
“Per gli italiani i videogiochi sono divertimento, interazione, intrattenimento, competizione e immersività. 6 genitori su 10 affermano di giocare con i loro figli e ritengono che videogiocare sia un’attività divertente da fare in famiglia, un modo piacevole per passare del tempo insieme.”
“I risultati del 2017 sono molto soddisfacenti. Il mercato è in perfetta salute e in continua evoluzione e soprattutto è lo specchio di un’industria solida e con grandi prospettive di sviluppo”, ha affermato Paolo Chisari, Presidente AESVI. “Il nostro pubblico diventa sempre più ampio perché il videogioco è l’intrattenimento per eccellenza del nostro tempo e perché è sempre più spesso utilizzato anche in famiglia come momento di condivisione tra genitori e figli”.

Non preoccupatevi, questa non è una diretta e inevitabile conseguenza dell’uso dei videogiochi. Fonte: Gamempire.
Dunque, il rapporto tra videogiochi e bambini è visto dagli adulti come 15 o 10 anni fa?
No, da questo punto di vista c’è stata una evidente crescita. Allo stesso tempo, però, non possiamo negare che ci sia ancora una massiccia presenza di genitori impreparati e poco informati.
Videogiochi e Bambini: 10 utili consigli per i genitori
1. I videogiochi non sono babysitter

Non usare i videogiochi come babysitter. Fonte: Ischool Startupitalia
La stessa storia che avviene con la televisione.
Non è raro che i genitori usino i cartoni animati per far star buoni e zitti i propri figli.
Nell’era tecnologica, la televisione è stata sostituita dal tablet e dagli smartphone.
I videogiochi non devono MAI prendere il posto dei genitori, i quali spesso, per poi lamentarsene, sono i primi a esporre i propri figli agli eccessi.
Un bambino non riesce a misurare il tempo che trascorre davanti alla tv o al PC e questo, secondo un articolo scritto dalla psicologa Maria Giulia Minichetti, può avere come conseguenza una sovraesposizione agli stimoli visivi dei videogiochi.
Questo può portare, tra le altre cose, a problemi posturali e disturbi del sonno.
2. Pattuire un certo numero di ore al giorno
La Oxford University ha condotto uno studio che è stato pubblicato da Il Sole 24 ore, in cui si sostiene che giocare ai videogiochi ogni giorno per meno di un’ora può avere un impatto positivo sullo sviluppo.
Infatti, il livello di soddisfazione aumenta quando non si è iper-stimolati.
Secondo lo studio, se si superano le tre ore, il livello di soddisfazione diminuisce drasticamente.
La ricerca è stata condotta su cinquemila ragazzi tra i 10 e i 15 anni.
Gli stessi sviluppatori consigliano sui propri giochi, nella “pagina delle avvertenze”, di fare una pausa ogni ora di gioco.
I genitori dovrebbero pattuire prima, con i propri figli, la quantità di ore dedicate al gaming e le fasce orarie più adatte.
3. Attenzione al PEGI
Quando di parla dell’argomento videogiochi e bambini, non si può non spendere qualche parola sul PEGI.
Cos’è il PEGI?
AESVI sul proprio sito ha pubblicato la seguente definizione:
“Il sistema di classificazione è volto a proteggere i minori e a infondere una maggior fiducia nei consumatori, soprattutto i genitori, fornendo informazioni chiare e affidabili rispetto al contenuto del gioco e indicandone l’idoneità per uno specifico gruppo d’età”.
Un genitore del tutto impreparato si domanderà: “E come lo controllo? È complicato da capire?”
Assolutamente no, è a prova di idiota.
Avete presente quel numero scritto sulla cover del videogioco, seguito da dei simboli stile fumetto? Quel numero indica l’età consigliata, i simboli avvertono di possibili tematiche adulte contenute nel videogioco.

Sulla copertina di un videogioco potete vedere uno o più di questi simboli
Discriminazione, linguaggio scurrile, violenza, uso di droghe, sesso, gioco d’azzardo, elementi online e tematiche dell’orrore.
In poco spazio avete tutte le informazioni sul titolo. Basta avere voglia di informarsi.
Il PEGI in Italia è legge? No.
In italia, un sedicenne può comprare un gioco con PEGI 18? Certo che può!
Questa classificazione è un consiglio, un’avvertenza, niente di più. Anzi, qualcosa in più lo è: è un aiuto bello grosso dato ai genitori che di videogiochi ne sanno davvero poco.
Non è un compito così gravoso seguire il proprio figlio nell’acquisto di un videogioco. Un genitore coscienzioso e che tiene alle passioni del figlio dovrebbe farlo.
4. Avvicinatevi ai videogiochi senza pregiudizi
Quante volte vi sarà capitato di discutere di musica con un vostro amico.
A lui non piace un cantante o un intero genere che voi amate. Quando gli chiedete quale canzone abbia ascoltato per arrivare a quelle conclusioni, lui vi risponde ‘nessuna’.
Non vi dà un enorme fastidio?
Ebbene, questo accade un po’ con tutto, anche con i videogiochi.
Provare con mano è sempre la scelta più saggia. Solo con l’esperienza diretta si possono dare giudizi concreti e non basati su congetture.
Se poi preferite un approccio meno diretto, per sgombrare la testa dai pregiudizi basta farsi una cultura, raccogliere dati, cercare il parere degli esperti.

Non tutti i giochi sono GTA e Call of Duty (che non sono comunque da demonizzare). I genitori devono ampliare la loro conoscenza. Fonte: Mamamò.
Sul web, che a volte viene inutilmente demonizzato, si può reperire una gran quantitativo di informazioni su qualsiasi argomento.
Pensate che i videogiochi possano portare i vostri pargoli sulla cattiva strada?
Credete a un filo diretto tra delinquenza e videogiochi violenti?
Molte ricerche dimostrano che si tratta di allarmismo e di pregiudizi.
Citiamo una recente ricerca portata avanti in Germania e pubblicata sulla rivista “Frontiers in Psychology”.
Il Dr. Gregor Szycik, della “Hannover Medical School”, ha rilevato che non ci sono correlazioni tra violenza nei videogiochi e comportamenti violenti in chi ne usufruisce.
È stato condotto un esperimento su un gruppo di ragazzi abituati a giocare a sparatutto e videogiochi di ambientazione bellica.
A questi sono stati affiancati, invece, ragazzi che non hanno mai avuto alcun tipo di precedente con videogiochi del genere.
Sono state mostrate a tutti delle immagini e sono state poste diverse domande mirate, mentre i giovani venivano sottoposti a risonanza magnetica funzionale.
L’obiettivo era studiare le reazioni a breve termine.
Il risultato è che non sono state riscontrate anomalie nei giocatori abituati ai videogiochi violenti.
Per saperne di più: http://www.horizonpsytech.com/2017/04/23/i-giochi-violenti-non-fanno-male-al-cervello-svolta-nella-ricerca-scientifica/
Per combattere i pregiudizi, è fondamentale approfondire, non fermarsi alle prime impressioni e liberare la mente da preconcetti.
5. Attenzione ad abitudini scorrette dei vostri figli
Il rapporto tra videogiochi e bambini non può essere solo bianco o nero. Esistono delle zone grigie.
Il fatto che molte ricerche abbiano smentito la correlazione tra videogiochi violenti e aggressività non esclude che esistano abitudini scorrette da parte dei più giovani quando approcciano ai videogame.
I genitori devono vigilare, verbo che non è sinonimo di proibire.
Va ricordato, in primo luogo, che il gaming ha notevoli benefici sul piano cognitivo.
I ricercatori Adam Eichenbaum, Daphne Bavelier e C. Shawn Grenn hanno stilato una lista di effetti positivi dei videogame sui processi mentali:
- Maggiore sensibilità al contrasto visivo
- Miglioramento dell’attenzione spaziale
- Miglioramento della capacità di seguire oggetti in movimento in un campo di distrattori
- Riduzione dell’impulsività
- Maggiore capacità di impegnarsi in task multipli simultaneamente
- Maggiore flessibilità mentale
Per approfondire, leggete il seguente articolo: http://www.psicologo-milano.it/newblog/videogiochi-benefici-ricerca/.
Tutto questo avviene, però, quando i videogiochi non diventano l’unico stile di vita dei nostri figli.

Che i videogiochi possano comportare rischi per la salute è vero, ma solo se si abusa del loro utilizzo e se si approcciano in modo scorretto. Fonte: Medium
Il troppo fa male e può causare non pochi problemi, sia dal punto di vista comportamentale sia da quello della salute.
Queste problematiche non sono monopolio dei videogiochi o delle nuove tecnologie.
Anche studiare troppo fa male, d’altronde. A dirlo non sono io, ma una ricerca pubblicata su The Guardian.
Il troppo studio può portare anche depressione e disturbi del sonno.
Dunque, il consiglio è di osservare attentamente i bambini mentre giocano ai videogame per carpirne prima, durante e dopo, comportamenti inusuali.
È fondamentale evitare che le sessioni di gioco portino a sedentarietà, diminuzione dell’attenzione verso altre attività e trascuratezza dei propri bisogni primari.
6. Loot Box: bambini esposti al gioco d’azzardo?

Una cassa premio detta anche loot box. Questa è di Overwatch.
Sta crescendo di mese in mese il fenomeno delle microtransazioni e delle loot box.
Che cosa sono queste microtransazioni?
Come dice il nome stesso, sono transazioni che vengono operate in game con valuta reale e che permettono di acquistare contenuti non messi a disposizione del giocatore nel gioco base.
Questi possono essere oggetti meramente cosmetici o veri e propri bonus e upgrade che permettono ai giocatori di diventare più forti e di vincere più facilmente.
Moltissimi titoli famosi ne fanno uso, basti pensare a Overwatch, PlayerUnknown’s Battlegrounds e FIFA.
La questione è salita alla ribalta soprattutto in seguito alle polemiche scoppiate su EA e il suo Star Wars Battlefront II.
Qual è il pericolo concreto? Le loot box sono state messe sotto la lente d’ingrandimento per il loro essere molto simili, come meccaniche, al gioco d’azzardo.
Il senatore dello stato di Washington, Kevin Ranker, ha dichiarato ciò pochi mesi fa:
“È inaccettabile colpire i nostri bambini con gioco d’azzardo predatorio mascherato attraverso conigli ballerini o altro del genere all’interno di un gioco”.
Non è stata una sparata solitaria e priva di fondamento, infatti, in alcuni paesi europei è arrivata la storica decisione di vietare le loot box all’intero dei videogiochi.
Belgio e Olanda sono tra questi. Ecco cosa dice il ministro della giustizia belga, Koen Geens.
“I giochi con loot box, come attualmente vengono offerte nel nostro paese, sono quindi in violazione della legislazione sul gioco e possono essere trattate come materia di legge penale. Quindi è necessario rimuovere le casse premio”.
Va detto che per un bambino è molto difficile accedere alla possibilità di acquistare con valuta reale i contenuti messi a disposizione nei negozi virtuali.
Il consiglio, però, si può estendere ai genitori che hanno figli più grandi, più autonomi.
Controllate che i vostri figli non si facciano prendere dallo “shopping” compulsivo e che non usino in maniera scriteriata eventuali carte di credito.
Come qualsiasi altra cosa, le loot box non sono il male assoluto, ma vanno regolamentate.
7. Fate appassionare i figli ai puzzle game

Fate giocare i vostri figli a Child of Light vi sfido a dirmi che i videogiochi sono violenti.
Ci sono generi che più di altri aiutano l’apprendimento e l’accrescimento delle abilità cognitive.
I videogiochi non sono solo combattimenti all’ultimo sangue e carneficine.
I puzzle game sono pensati proprio per giocatori di tutte le fasce d’età. Ce ne sono di divertentissimi e davvero ben fatti.
Dai più semplici ai più complessi, i puzzle game aiutano i bambini a risolvere problemi logici e matematici.
Se riuscite, fate in modo che riscoprano alcuni classici del genere come Columns e Lemmings.
Ci sono, però, tuttora giochi più recenti ugualmente utili alla causa.
Echochrome, Q.U.B.E., Puyo Puyo: Tetris, Patapon, sono solo alcuni.
Altri titoli che potrebbero fare al vostro caso sono quelli con combattimenti a turni, che presentano meccaniche basare sulla strategia.
Per cominciare con qualcosa di semplice e bello da vedere, vi consigliamo Child of Light di Ubi Art.
8. State con loro mentre giocano
I videogiochi ci mettono di fronte a tantissime situazioni e consentono ai giocatori di approcciare in molti modi diversi.
È bene che un genitore faccia da cicerone, accompagnando per mano il figlio durante le mille avventure che i videogiochi sanno offrire.
Non è necessario essere esperti di questo tipo di intrattenimento, basta saper riconoscere eventuali situazioni “a rischio” che un videogame potrebbe mostrare al bambino durante una sessione di gioco.
Se dovessero presentarsi occasioni del genere, il consiglio è di non impedire al bambino di continuare a giocare, ma di guidarlo verso l’interpretazione di quella situazione controversa.
Il videogioco può diventare strumento pedagogico e opportunità di dialogo.
9. Fate in modo che il videogioco diventi un modo per socializzare

I videogiochi possono essere uno strumento di aggregazione. Fonte: 123RF
La paura numero uno dei genitori è che il proprio figlio possa diventare asociale e chiudersi in un mondo tutto suo, inespugnabile come una prigione.
In realtà, i videogiochi possono aiutare la socializzazione.
Invitate i suoi amici a casa vostra o fate in modo che possa andare lui a giocare a casa di un amichetto.
Scambiarsi opinioni, cercare di capire insieme come sconfiggere un boss o come superare un livello particolarmente ostico: queste attività aiutano i bambini a non isolarsi.
Vi dirò di più: se volete che i vostri figli abbiano molti amici, iniziateli anche ai giochi da tavolo (dipende dall’età, alcuni giochi da tavolo hanno regole complesse).
Quando sarà più grande, potrà anche volersi immergere nel variegato mondo del multiplayer online, ma da bambini il modo migliore per giocare in multiplayer è quello di avere un amico o un fratellino (o una sorellina) a fianco.
10. Fategli capire l’importanza di altri hobby

I cari vecchi giochi di una volta sono sempre un toccasana. I videogiochi vanno bene, ma non devono togliere tempo ad altre attività e ad altri tipi di svago. Fonte: Impronta Unika.
Fate capire a vostro figlio che i videogiochi sono divertenti ed entusiasmanti, ma non sono gli unici hobby ad avere queste caratteristiche.
Fatelo appassionare alla lettura, partendo dai classici della letteratura per ragazzi, in modo che la sua fantasia scopra nuovi orizzonti e che, soprattutto, egli stesso si renda conto che per viaggiare in mondi fantastici non c’è bisogno per forza di uno schermo.
Fatelo appassionare agli sport in modo che impari l’importanza del movimento.
Anche uscire a prendere una boccata d’aria, per fare una passeggiata o andare in giardino per giocare in maniera “old school“, come facevano i nostri genitori da piccoli, sono occupazioni fondamentali per la crescita mentale e fisica del bambino.
Per i videogiochi c’è sempre tempo, ma non devono toglierlo ad altre attività.
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